Passiamo
a Londra che incastrata tra New York
e Milano risulta forse un po’ sacrificata nelle attenzioni generali.
Eccentrica
e fuori dagli schemi, la London Fashion
Week offre uno spaccato anomalo e interessante con scoperte sempre affascinanti
soprattutto in tema di stampe.
A
parte qualche delusione, questa stagione ha avuto i suoi momenti di gloria con Burberry Prorsum, Mary Katrantzou e Christopher
Kane. A cui aggiungerei subito dopo Peter
Pilotto, Giles, Preen e Marios Schwab.
Due
i post anche stavolta; il primo dedicato a Burberry
Prorsum e Mary Katrantzou, il
secondo a tutti gli altri.
BURBERRY PRORSUM
Burberry Prorsum
è la dimostrazione di come un marchio storico del British style, passibile di mummificazione
nelle mani sbagliate, possa tramutarsi in qualcosa di cool e all’avanguardia.
Merito
di un designer - Christopher Bailey
- capace di tirar fuori qualsiasi cosa da un trench e totalmente proiettato nel
futuro. Non a caso Burberry è stato
tra i pionieri dello sbarco della moda sul web e continua a essere cutting edge
tra social network, app e iniziative multimediali come la possibilità di
guardare la sfilata in contemporanea sul sito del brand e via Facebook, potendo
subito dopo acquistare i capi in anticipo di sei mesi sulla normale
distribuzione.
Venendo
alla collezione, il tema è “Corsetti e Mantelle” - titolo falsamente evocativo
di ambientazioni alla Choderlos de Laclos - a cui si potrebbero aggiungere come
parole simbolo trench (ovviamente),
seta metallizzata e colore.
E
infatti tutto inizia e finisce con una cappa stretta da pipistrello,
mentre
mantelline corte sia in raso sia in plastica trasparente si ritrovano ovunque,
su impermeabili, abiti e bustier.
Il
trench a sua volta passa dal bianco candido al colore,
dal pizzo alle piume,
dalla pelle alla seta metallizzata effetto carta di cioccolatino,
presente in
versione fantasia o fittamente pieghettata.
Le
linee sono sinuose, enfatizzate da pieghe, baschine, coppe e stecche anche
sulle giacche, a richiamare atmosfere anni Quaranta;
le tinte tenui si
alternano a quelle vivaci,
fino alla scintillante apoteosi dell’epilogo che
istiga a fare la danza della pioggia.
Riguardo
agli accessori, da segnalare le borse in seta, plastica trasparente, pitone
metal e classico check Burberry.
Bellissimo
l’invito 3D con lo skyline composto dai più importanti
monumenti British come il fondale della passerella
e bello anche il nuovo make-up.
MARY KATRANTZOU
A
ogni stagione resto sempre più sbalordita da ciò che Mary Katrantzou è in grado di immaginare e fare. Dopo averci
stupito con stampe di giardini all’italiana, matite, macchine da scrivere, lamiere
metalliche, etc., sorge spontanea la domanda: ma quante cose possono essere trasformate
in stampe da Mary? A questo punto penso che la risposta sia non "tante cose" ma praticamente tutto.
Ciò
che è più incredibile è che dietro le sue fantasie si nasconde sempre anche un
messaggio, una suggestione poetica. E così il pattern di stagione - ovvero i
francobolli e le banconote che si collezionano da bambini - diventa un richiamo
delicato e nostalgico a un’età perduta: quella dell’infanzia ma anche quella di
un mondo che sta scomparendo insieme alle frontiere e all’avvento di nuove
tecnologie.
Ingranditi
a dismisura e montati a caleidoscopio, francobolli e banconote con la loro simmetria sembrano quasi determinare le silhouette.
Il risultato è una perfetta
compenetrazione che si muove lungo linee dritte o ad A,
via via più ricche ed
elaborate.
Abiti
corti e lunghi, completi pantalone,
gonne e camicie
racchiudono bordi dentati
in versione macro
(anche sulle belle scarpe di Louboutin),
farfalle, uccelli,
fiori
e fregi ingigantiti di biglietti bancari. Gli stessi fregi che ricordano le
volute di antichi vasi greci o assumono bagliori bizantini nei look finali, quelli
in cui il broccato metallico è fuso con una stupefacente rete di cristalli
Swarovski dipinti.
Innamoramento
folle per i due outfit con t-shirt squadrata
e per i due abiti svasati, un po’
anni Sessanta il primo,
con colletto da standing ovation il secondo.
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