LONDON Fashion Week - Fall-Winter 2012-13


Il lato eccentrico della moda è londinese: colori forti, stampe e un tocco dark caratterizzano la London Fashion Week. Poche le eccezioni alla regola.

Ne parliamo di seguito con due approfondimenti dedicati a Burberry Prorsum e Mary Katrantzou e una sintesi di: Christopher Kane, Giles, McQ, Erdem, Belstaff, Matthew Williamson, Jonathan Saunders, Stella McCartney Evening Collection, Marios Schwab e Bora Aksu.





BURBERRY PRORSUM

Città e campagna da Burberry Prorsum ovvero come un’unione ostica sulla carta può tradursi in una collezione alla Christopher Bailey, invariabilmente cool. Una sorta di sintesi raffinata e stravagante quanto basta dell’anima londinese e di quella rurale; ma anche la metafora di uno dei connubi meglio riusciti della moda, quello tra l’antica tradizione Burberry e la creatività semplice e cutting edge del suo designer.

La consueta rivisitazione del trench


e dei capisaldi del british look si presta perfettamente alla missione del mix metropolitano/bucolico. E così tutta la sfilata è percorsa da due filoni narrativi: il mondo campestre - rappresentato da tasche a bisaccia innestate ovunque,


tessuti come spinati, tweed, velluti a coste, quadri scozzesi e trapuntati in stile equestre,


animali dei boschi ricamati su t-shirt e maglie,


giacche da caccia o da equitazione con suggestioni da ussaro -


e quello cittadino - caratterizzato da capispalla anche “ruvidi” ma microscopici nelle proporzioni (cardigan, montgomery e bomber),


gonne a fasce in garza di seta


o con grandi volant a spirale


o con baschine,


abiti in stampati floreali


o con frange sovrapposte,


t-shirt a righe con ricami di pietre,


tessuti come pizzo guipure e velluto liscio. Sull’intera collezione domina l’enfatizzazione dei fianchi: dalla silhouette a clessidra alle baschine fino alle tasche a soffietto montate per dare un aspetto più arrotondato, è tutto un fiorire di anche bombate con un tocco tra Belle Époque e anni Quaranta; temerario ma passibile di diventare un nuovo cult.


Semplicemente stupendi i cappotti con maxi drappeggio che parte dal collo.


Teste di animali e borchie punk - perfetto emblema di una sfilata bifronte - si ritrovano su guanti, manici di ombrelli


e borse,


compresi i modelli di stagione come la Orchard


e la Barrel;


bellissima la pochette che somma entrambi gli elementi.








MARY KATRANTZOU

Mary Katrantzou è un mondo a parte. Ogni collezione è un viaggio in un universo incantato - un’isola che non c’è, un paese delle meraviglie -, perché qualsiasi cosa diventa sorprendente nelle sue mani. Tutto può trasformarsi in un pazzesco motivo ornamentale e gli oggetti più banali possono essere sublimati in lussuosi decori.

Definitiva dimostrazione è il prossimo autunno-inverno dedicato a “the beauty of the everyday”. E la bellezza della quotidianità è ciò che si nasconde in cose che abbiamo sempre davanti e a cui non diamo importanza: cucchiai, orologi, telefoni, macchine da scrivere, matite, grucce nascono a nuova vita attraverso stampe digitali dagli effetti tridimensionali


e assumono una dignità estetica accanto a fantasie baroccheggianti, geometriche, floreali, raffiguranti gioielli o lussureggianti giardini all’italiana.  


Stampe arricchite e rese più consistenti dai preziosi ricami della premiata Maison Lesage che per la prima volta ha collaborato con un designer della London Fashion Week: cristalli, paillette


ma anche matite adoperate per virtuosismi


che conferiscono un marcato tono haute couture a una sfilata già di per sé ricercatissima a partire dalle forme. Infatti dopo le gonne a cupola e i pepli delle passate stagioni, i look in passerella presentano godet, stratificazioni di chiffon,


baschine e soprattutto splendidi busti elisabettiani,


omaggio dichiarato alle silhouette teatrali di Antony Price, leggendario stilista londinese amato da divi e modelle come Brian Ferry, David Bowie o Jerry Hall.


Da notare infine i giochi cromatici nell’ambito della stessa tonalità e l’uso della maglia.


Belle le scarpe e gli stivaletti con stringature sinuose che ricordano ferite chiuse da punti di sutura. 






CHRISTOPHER KANE, GILES, McQ, ERDEM, BELSTAFF, MATTHEW WILLIAMSON, JONATHAN SAUNDERS, STELLA McCARTNEY EVENING COLLECTION, MARIOS SCHWAB, BORA AKSU

Ed ecco gli altri nomi imperdibili della London Fashion Week: Christopher Kane inverte la rotta precedente delineando una collezione d’impatto, profondamente dark. L’ispirazione è la ragazza con l’abito moiré della serie Teenage di Joseph Szabo;

il genere di ragazza che - secondo il designer - potrebbe infiltrarsi in club equivoci come voyeur. E quindi, dopo una parentesi iniziale in gessato, è tutto un profluvio di moiré incorniciato da dettagli fetish in pelle nera - che si ritrovano anche sotto forma di cordoni bondage -, maculato gommato, ma anche fiori del male in velluto devoré o intrecciati nella maglia metallica. Colori adatti all’atmosfera: nero, viola, porpora, blu elettrico.

Dark ma romantica la donna ottocentesca di Giles, che ha immaginato il racconto gotico di un’antica dimora in fiamme in una notte polare. Gli abitanti indossano completi da dandy con giacche a falde, look severi da governante e altri più preziosi da dama del castello che svelano però bruciature da sopravvissuti e intrichi di rovi ghiacciati provenienti dal giardino della casa. Grande profusione di colletti bon ton, piume, cristalli e strutture elaborate. Fiabesco l’abito-arazzo con unicorni e personaggi leggendari; i copricapi sono di Stephen Jones.

L’incredibile talento di Sarah Burton emerge anche nella sua prima sfilata McQ, conferma della maestria della designer e della sua capacità di perpetuare lo spirito di McQueen. Partendo dall’assunto che un capo può essere bello anche a cifre non esorbitanti, Burton compie un lavoro esemplare attraverso i temi tipici del grande couturier: dal romanticismo all’impronta dark, alla sartorialità. Militare, il giorno presenta silhouette asciutte, panno pesante, pelle, maglia ma anche inserti di pelliccia e ricami di foglie; gonne a cupola e tartan conducono invece a una sera femminile e gotica con forme New Look, pizzo, tulle e velluto.

Femminile ma con qualcosa di disturbante è il tratto distintivo di Erdem che per l’autunno-inverno s’ispira alla stravagante Peggy Guggenheim

e - come sempre - alle algide eroine di Hitchcock.

Tagli essenziali ed eleganti da haute couture anni Sessanta sono associati a tessuti come chiffon, duchesse, pizzo, tweed mixati o intarsiati con strati di latex nero da sex shop oppure con forti pennellate di colore tipo tempera. Toni decisamente acidi che risaltano ancor di più nella location rigorosa della White Cube Gallery.

La storica eredità motociclistica e british, tradotta secondo codici contemporanei e raffinati, caratterizza la collezione del rinnovato marchio Belstaff. Il cambio di proprietà ha impresso una metamorfosi mirabile, lussuosa e molto cool sotto la supervisione dello stilista americano - ex Burberry - Martin Cooper. Pantaloni biker a vita bassa, linee militari, sfumature cupe, splendidi cappotti e giacche in coccodrillo o shearling. C’è posto persino per severi e sensuali abiti da cocktail in voile plissé.

Meno hippy chic, più misurato e lineare; Matthew Williamson opta per l’essenzialità con incursioni mannish, vivificata da nuance scintillanti e preziose, paillette su gonne e abiti t-shirt, fantasie tra l’astratto e il baroccheggiante, oro e broccati. La sera è armoniosa e chiude una sequenza sempre piacevole, a misura di it girl.

Rigorosa, maschile, strutturata: è la prima parte della passerella di Jonathan Saunders che si apre con pantaloni asciutti, gonne svasate, cappotti e giacche squadrate, spesse sete operate, motivi geometrici 3D, suggestioni rétro, colori cupi e altri brillanti. Andando avanti e passando attraverso la maglieria in cashmere, la femminilità irrompe con fantasie floreali fotografiche, abiti dalle forme più morbide e avvitate, chiffon, satin e ramage ricamati su voile.

Il consueto tocco sportivo e rilassato unito alla ricercatezza sartoriale domina da Stella McCartney per la sua linea Evening Collection. Stampe effetto marmo, volumi boule da haute couture, pizzo, pezzi maschili e vestiti da sera con inserti in voile carne vengono presentati in una cornice speciale, più vicina al party che alla passerella, da modelle d’eccezione come Alexa Chung e Yasmin Parvaneh.

Marlene Dietrich - femme fatale, femminile e misteriosa - è la musa di Marios Schwab.

Abiti sinuosi in pizzo laccato, sofisticate pellicce verde acqua e blu, paillette velate si alternano a motivi a spirale ricamati su voile o modellati sul corpo; si tratta di decori ispirati ai tracciati matematici degli armonografi e conferiscono un mood un po’ alien un po’ spy. La sera s’illumina con impalpabili vestiti trasparenti e incrostati di cristalli, diretta emanazione della mise nude look disegnata da Jean Louis per Marlene; ai piedi décolleté con cinturino a T dai tacchi assassini.

Sono le delicate e poco rassicuranti fanciulle di Henry Darger alla base della collezione di Bora Aksu.

Tinte tenui ed elementi leggiadri - come fiocchi, fluttuanti vestitini in georgette, intarsi tridimensionali di maglia - stanno accanto a rimandi vittoriani, tonalità cupe, broccati con ramage tappezzeria. Il risultato è tra il grazioso e l’inquietante.




Immagini di sfilata: Vogue.it

Altre immagini: 1) Antony Price e Jerry Hall (1985), Tumblr; 2) Joseph Szabo - Backstage Couple (1979), Tumblr; 3) Peggy Guggenheim fotografata da Nino Migliori (1958), Tumblr; 4) Tippi Hedren - Foto pubblicitaria per The Birds (1963) di Alfred Hitchcock, Tumblr; 5) Marlene Dietrich indossa l’abito nude look di Jean Louis, Tumblr; 6) Henry Darger - The Story of the Vivian Girls, Tumblr.

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