Il
lato eccentrico della moda è londinese: colori forti, stampe e un tocco dark
caratterizzano la London Fashion Week.
Poche le eccezioni alla regola.
Ne
parliamo di seguito con due approfondimenti dedicati a Burberry Prorsum e Mary
Katrantzou e una sintesi di: Christopher
Kane, Giles, McQ, Erdem, Belstaff, Matthew Williamson, Jonathan Saunders, Stella McCartney Evening Collection, Marios Schwab e Bora Aksu.
BURBERRY
PRORSUM
Città
e campagna da Burberry Prorsum ovvero
come un’unione ostica sulla carta può tradursi in una collezione alla Christopher Bailey, invariabilmente
cool. Una sorta di sintesi raffinata e stravagante quanto basta dell’anima londinese
e di quella rurale; ma anche la metafora di uno dei connubi meglio riusciti della
moda, quello tra l’antica tradizione Burberry
e la creatività semplice e cutting edge del suo designer.
La
consueta rivisitazione del trench
e dei capisaldi del british look si presta
perfettamente alla missione del mix metropolitano/bucolico. E così tutta la sfilata
è percorsa da due filoni narrativi: il mondo campestre - rappresentato da tasche
a bisaccia innestate ovunque,
tessuti come spinati, tweed, velluti a coste, quadri
scozzesi e trapuntati in stile equestre,
animali dei boschi ricamati su t-shirt
e maglie,
giacche da caccia o da equitazione con suggestioni da ussaro -
e quello
cittadino - caratterizzato da capispalla anche “ruvidi” ma microscopici nelle
proporzioni (cardigan, montgomery e bomber),
gonne a fasce in garza di seta
o
con grandi volant a spirale
o con baschine,
abiti in stampati floreali
o con
frange sovrapposte,
t-shirt a righe con ricami di pietre,
tessuti come pizzo
guipure e velluto liscio. Sull’intera collezione domina l’enfatizzazione dei fianchi:
dalla silhouette a clessidra alle baschine fino alle tasche a soffietto montate
per dare un aspetto più arrotondato, è tutto un fiorire di anche bombate con un
tocco tra Belle Époque e anni Quaranta; temerario ma passibile di diventare un
nuovo cult.
Semplicemente
stupendi i cappotti con maxi drappeggio che parte dal collo.
Teste
di animali e borchie punk - perfetto emblema di una sfilata bifronte - si
ritrovano su guanti, manici di ombrelli
e borse,
compresi i modelli di stagione
come la Orchard
e la Barrel;
bellissima la pochette che somma
entrambi gli elementi.
MARY KATRANTZOU
Mary Katrantzou
è un mondo a parte. Ogni collezione è un viaggio in un universo incantato - un’isola
che non c’è, un paese delle meraviglie -, perché qualsiasi cosa diventa
sorprendente nelle sue mani. Tutto può trasformarsi in un pazzesco motivo
ornamentale e gli oggetti più banali possono essere sublimati in lussuosi
decori.
Definitiva
dimostrazione è il prossimo autunno-inverno dedicato a “the beauty of the
everyday”. E la bellezza della quotidianità è ciò che si nasconde in cose che
abbiamo sempre davanti e a cui non diamo importanza: cucchiai, orologi,
telefoni, macchine da scrivere, matite, grucce nascono a nuova vita attraverso
stampe digitali dagli effetti tridimensionali
e assumono una dignità estetica
accanto a fantasie baroccheggianti, geometriche, floreali, raffiguranti gioielli
o lussureggianti giardini all’italiana.
Stampe
arricchite e rese più consistenti dai preziosi ricami della premiata Maison Lesage
che per la prima volta ha collaborato con un designer della London Fashion Week:
cristalli, paillette
ma anche matite adoperate per virtuosismi
che conferiscono
un marcato tono haute couture a una sfilata già di per sé ricercatissima a
partire dalle forme. Infatti dopo le gonne a cupola e i pepli delle passate
stagioni, i look in passerella presentano godet, stratificazioni di chiffon,
baschine e soprattutto splendidi busti elisabettiani,
omaggio dichiarato alle
silhouette teatrali di Antony Price, leggendario stilista londinese amato da
divi e modelle come Brian Ferry, David Bowie o Jerry Hall.
Da notare infine i
giochi cromatici nell’ambito della stessa tonalità e l’uso della maglia.
Belle le scarpe e gli stivaletti con stringature sinuose che ricordano ferite chiuse
da punti di sutura.
CHRISTOPHER KANE, GILES, McQ, ERDEM, BELSTAFF, MATTHEW WILLIAMSON, JONATHAN SAUNDERS, STELLA McCARTNEY EVENING COLLECTION, MARIOS SCHWAB, BORA AKSU
Ed ecco gli altri nomi
imperdibili della London Fashion Week: Christopher
Kane inverte la rotta precedente delineando una collezione d’impatto, profondamente
dark. L’ispirazione è la ragazza con l’abito moiré della serie Teenage di Joseph Szabo;
il genere di
ragazza che - secondo il designer - potrebbe infiltrarsi in club equivoci come
voyeur. E quindi, dopo una parentesi iniziale in gessato, è tutto un profluvio
di moiré incorniciato da dettagli fetish in pelle nera - che si ritrovano anche
sotto forma di cordoni bondage -, maculato gommato, ma anche fiori del male in
velluto devoré o intrecciati nella maglia metallica. Colori adatti all’atmosfera:
nero, viola, porpora, blu elettrico.
Dark ma romantica la donna ottocentesca di
Giles, che ha immaginato il racconto
gotico di un’antica dimora in fiamme in una notte polare. Gli abitanti
indossano completi da dandy con giacche a falde, look severi da governante e
altri più preziosi da dama del castello che svelano però bruciature da
sopravvissuti e intrichi di rovi ghiacciati provenienti dal giardino della casa.
Grande profusione di colletti bon ton, piume, cristalli e strutture elaborate.
Fiabesco l’abito-arazzo con unicorni e personaggi leggendari; i copricapi sono
di Stephen Jones.
L’incredibile talento di Sarah
Burton emerge anche nella sua prima sfilata McQ, conferma della maestria della designer e della sua capacità di
perpetuare lo spirito di McQueen.
Partendo dall’assunto che un capo può essere bello anche a cifre non
esorbitanti, Burton compie un lavoro
esemplare attraverso i temi tipici del grande couturier: dal romanticismo
all’impronta dark, alla sartorialità. Militare, il giorno presenta silhouette
asciutte, panno pesante, pelle, maglia ma anche inserti di pelliccia e ricami
di foglie; gonne a cupola e tartan conducono invece a una sera femminile e gotica
con forme New Look, pizzo, tulle e velluto.
Femminile ma con qualcosa di
disturbante è il tratto distintivo di Erdem
che per l’autunno-inverno s’ispira alla stravagante Peggy Guggenheim
e - come
sempre - alle algide eroine di Hitchcock.
Tagli essenziali ed eleganti da haute
couture anni Sessanta sono associati a tessuti come chiffon, duchesse, pizzo,
tweed mixati o intarsiati con strati di latex nero da sex shop oppure con forti
pennellate di colore tipo tempera. Toni decisamente acidi che risaltano ancor
di più nella location rigorosa della White Cube Gallery.
La storica eredità
motociclistica e british, tradotta secondo codici contemporanei e raffinati, caratterizza
la collezione del rinnovato marchio Belstaff.
Il cambio di proprietà ha impresso una metamorfosi mirabile, lussuosa e molto
cool sotto la supervisione dello stilista americano - ex Burberry - Martin Cooper. Pantaloni biker a vita
bassa, linee militari, sfumature cupe, splendidi cappotti e giacche in coccodrillo
o shearling. C’è posto persino per severi e sensuali abiti da cocktail in voile
plissé.
Meno hippy chic, più misurato e lineare; Matthew Williamson opta per l’essenzialità con incursioni mannish,
vivificata da nuance scintillanti e preziose, paillette su gonne e abiti
t-shirt, fantasie tra l’astratto e il baroccheggiante, oro e broccati. La sera
è armoniosa e chiude una sequenza sempre piacevole, a misura di it girl.
Rigorosa,
maschile, strutturata: è la prima parte della passerella di Jonathan Saunders che si apre con
pantaloni asciutti, gonne svasate, cappotti e giacche squadrate, spesse sete
operate, motivi geometrici 3D, suggestioni rétro, colori cupi e altri
brillanti. Andando avanti e passando attraverso la maglieria in cashmere, la
femminilità irrompe con fantasie floreali fotografiche, abiti dalle forme più
morbide e avvitate, chiffon, satin e ramage ricamati su voile.
Il consueto
tocco sportivo e rilassato unito alla ricercatezza sartoriale domina da Stella McCartney per la sua linea Evening Collection. Stampe effetto
marmo, volumi boule da haute couture, pizzo, pezzi maschili e vestiti da sera
con inserti in voile carne vengono presentati in una cornice speciale, più
vicina al party che alla passerella, da modelle d’eccezione come Alexa Chung e
Yasmin Parvaneh.
Marlene Dietrich - femme fatale, femminile e misteriosa - è la
musa di Marios Schwab.
Abiti sinuosi
in pizzo laccato, sofisticate pellicce verde acqua e blu, paillette velate si
alternano a motivi a spirale ricamati su voile o modellati sul corpo; si tratta
di decori ispirati ai tracciati matematici degli armonografi e conferiscono un
mood un po’ alien un po’ spy. La sera s’illumina con impalpabili vestiti
trasparenti e incrostati di cristalli, diretta emanazione della mise nude look
disegnata da Jean Louis per Marlene; ai piedi décolleté con
cinturino a T dai tacchi assassini.
Sono
le delicate e poco rassicuranti fanciulle di Henry Darger alla base della
collezione di Bora Aksu.
Tinte tenui
ed elementi leggiadri - come fiocchi, fluttuanti vestitini in georgette,
intarsi tridimensionali di maglia - stanno accanto a rimandi vittoriani,
tonalità cupe, broccati con ramage tappezzeria. Il risultato è tra il grazioso
e l’inquietante.
Altre immagini:
1) Antony Price e Jerry Hall (1985),
Tumblr; 2) Joseph Szabo - Backstage Couple (1979), Tumblr; 3) Peggy Guggenheim fotografata da Nino
Migliori (1958), Tumblr; 4) Tippi
Hedren - Foto pubblicitaria per The Birds
(1963) di Alfred Hitchcock, Tumblr; 5)
Marlene Dietrich indossa l’abito nude look di Jean Louis, Tumblr; 6) Henry Darger - The Story of the Vivian Girls, Tumblr.
Etichette: Burberry, Fall-Winter 2012-13, London Fashion Week, Mary Katrantzou, Sfilate