Review: Yuksek - Living on the Edge of Time


A volte i riscontri e il successo di determinati producer della scena electro (ma è un ragionamento che si può estendere ad altri settori) seguono logiche difficilmente comprensibili: non è certo per la qualità musicale se, per esempio, una serata in cui gli headliner sono i Crookers riempie un qualsiasi palazzetto dello sport in Italia, mentre lo stesso evento con Yuksek molto probabilmente non riscuoterebbe lo stesso consenso.
Senza chiamare però in causa i Crookers (un confronto che non fa onore all’enfant prodige di Reims), è sufficiente riflettere sulla differente visibilità e notorietà mediatica tra Pierre-Alexandre Busson e i suoi connazionali dell’Ed Banger. Non che SebastiAn o Justice non meritino la massima stima; il punto è che Yuksek è uno dei migliori producer in circolazione e quindi ha il pieno diritto di sedere nell’Olimpo insieme ai nomi suddetti (senza contare che non ce ne sono tanti di remixer bravi come lui. Basti pensare ai remix fatti per Gossip, Shitdisco, Moby, Chromeo, M83, Autokratz, tutti eccezionali).



Eppure, se ne parli in Italia, se accenni a qualche tuo conoscente party-addicted che c’è il live o il dj-set di Yuksek, ci sono poche possibilità di vederlo stracciarsi le vesti come farebbe se sentisse che ci sono i Bloody Beetroots. Un paio di anni fa il suo dj-set al Brancaleone a Roma fu una pura scarica di energia, ragguardevole sia per la qualità tecnica sia per la selezione delle tracce; inutile dire che, tuttavia, la presenza del pubblico era piuttosto esigua (non c’erano quattro gatti, ma neanche chi si picchiava e strattonava davanti all’ingresso per entrare). E non voglio immaginare cosa sia il live di questo maniaco dei synth, considerando che ora può mettere insieme produzioni del primo e del secondo album.


Ebbene sì, a due anni dalla pubblicazione dell’ottimo Away From The Sea, ecco a voi Living on the Edge of Time, composto da dodici tracce e anticipato dall’uscita del singolo On A Train (inizialmente diffuso sotto lo pseudonimo Mega Mystery Band; Pierre-Alexandre ha comunque rivelato che nei suoi live sarà effettivamente supportato da altri due componenti). Per quanto concerne la scelta di On A Train come singolo di lancio dell’LP, non si può far altro che applaudire Yuksek: anche se probabilmente non è il miglior brano di Living on the Edge of Time, è senza dubbio il più immediato e catchy, quello che più facilmente ti rimane in mente. Si tratta di ottimo electro-pop, con un inizio a metà strada tra electroclash e french touch e un ritornello accattivante: semplicemente irresistibile.


Quest’album segna uno scarto rispetto a quello precedente: nel primo a dominare sono distorsioni e banging beat, nel secondo l’amico di Brodinski scende maggiormente a compromessi, proponendo aperture pop (caratteristica distintiva), indie (è il caso di Off The Wall, il brano meno convincente dell’LP) e rock (Miracle, esperimento divertente). Inoltre acquista un ruolo preminente la parte vocale: se in Away From The Sea la voce, spesso distorta, è al servizio dei synth, in Living on the Edge of Time il rapporto si rovescia e le distorsioni sono rimpiazzate dalla pulizia del timbro.


Tuttavia, non sarebbe esatto concludere – come si è detto da più parti – che il secondo lavoro di Yuksek costituisce l’esatto opposto del suo esordio. È senza dubbio ravvisabile una differenza di fondo – a ulteriore dimostrazione della bravura e della stupefacente versatilità del producer transalpino -, ma è innegabile che nello stile e nel tipo di sonorità permangono notevoli similarità: Extraball e Tonight non sono distanti da molte tracce di Living on the Edge of Time, mentre nessuno si sarebbe stupito se pezzi come Fireworks o The Edge – che ricorda, non a caso, This is not Today – fossero stati presenti nella tracklist di Away From The Sea.


Dopo un incipit affidato all’electro-pop leggero e alle tastiere incalzanti di Always on the Run e dopo le atmosfere sognanti e i cori di White Keys, l’album raggiunge il suo acme in tre occasioni: To See You Smile è una ballata elettronica estasiante, imperniata sulla preminenza della vocalità e il ruolo ancillare giocato dagli arpeggi di sottofondo. A metà i synth emergono prepotentemente a segnare un climax ascendente di grande intensità, che poi gradualmente si placa in chiusura; Fireworks, impreziosito da un avvio ipnotico basato su beat ossessivi e riff di chitarra, è un esempio notevole di banging electro; You Should Talk comincia con suoni metallici che sembrano provenire da altre dimensioni, gradualmente entrano in scena synth martellanti e si viene a creare un inebriante gioco di note, dove la voce si armonizza al resto, diventando una semplice modulazione differente del suono. È la traccia più sperimentale e psichedelica dell’LP.
Living on the Edge of Time è un album da promuovere assolutamente, la consacrazione definitiva di un producer che ha talento da vendere. Probabilmente Away From The Sea è ancora una spanna superiore (ad eccezione dell’orribile I Like to Play), ma affermare per questo motivo che Yuksek ci ha deluso con il suo nuovo lavoro equivarrebbe a una bestemmia.


Tracklist Living on the Edge of Time
1.       Always on the Run
2.       White Keys
3.       Off The Wall
4.       On a Train
5.       Say a Word
6.       To See You Smile
7.       The Edge
8.       Fireworks
9.       Miracle
10.    You Should Talk
11.    Dead or Alive
12.    Out of Control