Il fascino di Valerie


Valerie non è un nome femminile; né può essere identificato con il titolo di qualche pruriginoso film francese di second’ordine.
È qualcosa di ben più rilevante e specifico, ossia un collettivo di producer, che ha dato vita a uno dei movimenti più interessanti all’interno del panorama della musica elettronica contemporanea.
Tutto ha inizio nell’aprile del 2007, quando David Grellier – meglio conosciuto come College – decide di creare un blog chiamato, appunto, Valerie (nome – come spiega David –  molto popolare negli anni ’80, periodo che ha influenzato e influenza profondamente l’attività del blogger e artista transalpino).
Nel giro di pochi mesi questo progetto si amplia, gettando così le basi per la nascita del collettivo di cui fanno parte lo stesso College, Anoraak, Minitel Rose, Russ Chimes, The Outrunners e Maethelvin.


Pur avendo ovviamente ognuna le proprie peculiarità, queste sperimentazioni musicali condividono una serie di coordinate fondamentali, una sorta di “poetica”: poetica che è visibile sul piano più prettamente sonoro – si tratta in fondo di una proficua rivisitazione dell’eredità di Kraftwerk, Tangerine Dream, Giorgio Moroder, synth anni ’80 e nu-disco all’Alden Tyrell, immersa, a seconda dei casi, in atmosfere rock, indie o addirittura pop – ma anche su quello dell’immagine – e in questo caso le influenze sono dettate nuovamente dagli anni ’80, dai video-games e dalle soap, dalle spiagge dei telefilm americani e dai colori forti, una miscela che evoca motivi kitsch e nostalgici allo stesso tempo e che innesca un cortocircuito fra residui del passato e istanze del futuro –.


Nato e sviluppatosi a Nantes, il collettivo ha finito per rappresentare in Francia la scena alternativa e decentrata rispetto ai vari circoli che si sono creati a Paris.
Da questo punto di vista Valerie è un microcosmo che probabilmente raccoglie le tendenze più innovative – o perlomeno percorre le strade meno battute – della musica elettronica transalpina. Non è un caso che lo stile di Anoraak, College e compagnia cantando sia molto più vicino a quello di maestri come Fred Falke e Lifelike rispetto a quello più mainstream (lo si diventa giocoforza quando si raggiungono livelli di popolarità degni di cantanti pop e band rock) della Ed Banger.


Il 2010 è stato probabilmente l’anno della consacrazione per il collettivo, poiché sono usciti gli album d’esordio – che in entrambi i casi erano successivi a ep e mini-album di una certa importanza – di Anoraak (Wherever the sun sets) e Minitel Rose (Atlantique), lavori che hanno riscosso un successo notevole, propagatosi ben al di là dei Pirenei.


All’interno di un universo musicale – quello elettronico – che è dominato da determinate correnti – in particolare, ahinoi!, quella fidget –, Valerie costituisce una nicchia speciale, in grado di scardinare parametri e mode stabiliti. Un esperimento rimarchevole, probabilmente più adatto per una colonna sonora di un film, per un viaggio in macchina o per la contemplazione riconciliante di qualche paesaggio piuttosto che per danze sfrenate; eppure, in grado di accompagnare in maniera suggestiva i momenti più intensi delle nostre giornate.        

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